
vieni con noi, ti racconteremo di quello che abbiamo visto e vissuto
Il 14 febbraio 2020 è iniziato il nostro viaggio… un viaggio speciale.
Siamo partiti in sei: Luca il presidente, o meglio “Lolo Luca”, e noi volontari Carlo, Giorgia, Simone, Alessia e Andrea. Ebbene, questo viaggio ci ha permesso di vedere e toccare con mano tutto ciò che fino ad ora ci era stato raccontato e avevamo visto attraverso foto e filmati. Potevamo soltanto immaginare come fosse la vera realtà! Forse neppure..
Prima tappa: Talita Kumì
Talita Kumì, un luogo spirituale immerso nella natura, luogo di accoglienza per purificare corpo e anima. Ad aspettarci Padre Giovanni e Ate Tess.
Siamo stati accolti con estrema gioia in quanto ospiti e amici di un percorso comune. Infinite la cura e le attenzioni nei nostri confronti, ogni situazione studiata nei minimi particolari per rendere più piacevole la nostra permanenza.
In questi giorni abbiamo avuto l’opportunità di conoscere due ex adottati: Juancho e Allen. Nonostante gli ostacoli incontrati nella loro vita, con tanta determinazione, grazie anche all’appoggio del nostro progetto, hanno avuto la possibilità di studiare e di affermarsi poi nel mondo del lavoro.
Sono la testimonianza di uomini che, affidandosi, con sacrificio, dedizione e fiducia hanno realizzato i propri sogni.
Questa consapevolezza ci ha trasmesso un senso profondo di speranza e forza, perché rappresentano il compimento, la finalità e la concretezza del nostro progetto.

Tutti noi pensiamo di avere molto più di loro, al contrario invece ci insegnano e ci trasmettono emozioni, sorrisi e amore che noi forse neppure conosciamo. Le loro sono certamente condizioni di vita inaccettabili, il nostro supporto è indispensabile ma.. lì è facile capire quante cose abbiamo ancora da imparare.
Seconda Tappa: Tondo, una realtà ben diversa, difficile da raccontare.
Appena arrivati siamo stati accolti con entusiasmo presso l’ufficio della sede locale di “UNA MANO AIUTA L’ALTRA” da bambini e genitori. Tutti sapevano già i nostri nomi, l’esatta pronuncia e chi fossimo. Che bel lavoro hanno fatto Benj, Mary Jane e i vari collaboratori, li ringraziamo di cuore per averci preparato questa accoglienza davvero calorosa e speciale!
Subito abbiamo conosciuto Aly, una ragazza cieca ma con una forza d’animo invidiabile! Ci ha regalato un momento straordinario dedicandoci una canzone cantata da lei, il suo sogno è infatti quello di diventare una cantante e noi glielo auguriamo dal profondo del cuore.
I giorni passati a Tondo sono stati unici e indimenticabili, il tempo trascorso lì è davvero prezioso. È difficile descrivere ogni singola emozione e sensazione provata durante i vari incontri, ogni momento è stato incomparabile.
Alla CLINICA per esempio si vive un’atmosfera piena di speranza, impegno e fiducia creata da tutte le persone che si adoperano per aiutare chi ha più bisogno. È proprio qui che abbiamo conosciuto Justin, che resterà sempre nel nostro cuore. Con la sua forza di volontà, grazie alle cure e alla riabilitazione è riuscito a fare dei piccoli grandi progressi nei confronti della sua malattia. La sua storia è molto triste, gli è rimasta solo la sua nonna, ma per fortuna molte persone qui nella clinica lo supportano e lottano insieme a lui. Non scorderemo mai il tuo sorriso e il tuo tentativo di stringerci la mano!
Ci siamo tuffati poi in un ambiente più caotico e allegro: LA SCUOLA DELLA GIOIA.
In ogni classe abbiamo incontrato bambini pieni di vita che si sono esibiti per noi con balli e canti. Abbiamo condiviso momenti di vivacità e spensieratezza e le nostre caramelle sono state molto apprezzate e sono finite in un battibaleno!
Abbiamo, poi, servito il PIATTO DELLA GIOIA, un piatto caldo, a tutti i bimbi che arrivano da Happyland. Indescrivibile la dolcezza e la felicità nei loro occhi, che pur non comprendendo la nostra lingua, riuscivano perfettamente a farsi capire: c’era chi voleva essere imboccato, chi voleva il bis, chi voleva a tutti i costi andare a giocare e chi voleva stare in braccio, farsi coccolare per poi addormentarsi.
HAPPYLAND, un quartiere apparentemente invivibile, un ambiente surreale, caratterizzato da sporcizia, “case” costruite su palafitte, forti odori nauseabondi, animali randagi di tutti i tipi (cani, gatti e perfino galli) e tanto caos. Eppure questo luogo ha qualcosa di magico: la musica, i bambini che giocano per la strada, la gente che parla a voce alta, ma soprattutto gli occhi delle persone colmi di gioia e gratitudine, davano valore anche alle piccole cose.. quelle che per noi sono scontate.
E proprio in questo luogo vivono molti dei nostri adottati, un ambiente molto diverso dal nostro, lontano dalle comodità e dalle agiatezze. Venendo qui da loro abbiamo compreso il valore di un sorriso e di un abbraccio.
Arrivati in ORATORIO si respira un’atmosfera di condivisione, fede e vera comunità: uno spazio pieno di ragazzi che giocano insieme, ciascuno coi propri sogni ma con il desiderio comune aiutarsi a vicenda. Tutti formavano una grande famiglia e noi senza accorgercene ne facevamo parte.
Andrew, Mark e Kerk sempre al nostro fianco, favorevoli ad ogni nostra proposta, una canzone suonata con la chitarra, una partita a basket o un ballo insieme.
Qui abbiamo conosciuto e ci siamo affezionati a Christian, un bambino molto affettuoso e pieno di entusiasmo ma con una vita molto difficile, costretto a raccogliere la plastica per guadagnare qualche pesos. Vive insieme alla sua mamma, dipendente da droga.
Siamo poi andati a visitare alcuni dei nostri adottati nelle varie SCUOLE, tra le quali la “General Vicente Lim Elementary School” e la “General M. Hizon Elementary School”.
Tutti i ragazzi erano in divisa e ognuno al proprio banchetto, ci hanno accolto con un saluto cantando in coro. Li caratterizzava la voglia di imparare cose nuove e la curiosità di sapere da dove venissimo, poiché diversi da loro.
Il CAPULONG BRIDGE è caratterizzato da numerose “case” nei pressi delle rive del fiume sotto il ponte, alcune delle quali di difficile accesso e molto pericolose da raggiungere. All’interno di esse si ha un forte senso di claustrofobia, sono umide, buie e sporche. Altre sistemazioni consistono soltanto in uno sporco materasso posto a terra tra le carreggiate delle strade e riparate da un gazebo malmesso.
Un momento particolare è stato quello della preparazione delle CESTE BASICHE.
Ci siamo recati al supermercato e abbiamo riempito carrelli e carrelli di riso, cibo in scatola, latte e caffè in polvere, dentifricio, sapone, olio e merendine.
L’emozione più grande l’abbiamo provata sicuramente nel consegnarle, lo stupore e gratitudine negli occhi delle varie famiglie significava solo una cosa: ciò che davamo serviva veramente!
Entravamo nelle case e per i bambini era come se entrasse Babbo Natale, ci guardavano con occhi sgranati e una volta fiondati sulle buste della spesa tiravano tutto fuori e ridevano e dicevano “nonna abbiamo riso per un mese, non serve che tu vada a comprarlo!” una sensazione magnifica.
Una delle nostre ultime esperienze a Tondo è stata all’oratorio del quartiere KATUPARAN (brgy 101), quando siamo arrivati, dopo aver fatto catechismo, gli educatori hanno fatto alcune attività con noi. Ci siamo dilettati nella lettura di libri in lingua inglese e in tagalog, abbiamo ballato e giocato insieme, insegnando ai bimbi le canzoni del nostro oratorio.
È stato un momento speciale: bimbi nudi che correvano in giro e tanti tanti sorrisi!
tutto questo ci ha fatto riflettere tanto, ogni bambino, in qualsiasi parte del mondo , ha la stessa voglia di imparare, sorridere, ballare e cantare.
Giunto il momento di salutarli abbiamo dato loro magliette, pantaloni, ciabatte, occhiali da sole, tante cose… che per noi sono scontate o di poco valore. Il loro entusiasmo e la loro impazienza di ricevere questi piccoli doni ci hanno riempito il cuore.
Purtroppo, dopo molte esperienze uniche e difficili da descrivere il nostro viaggio sta per terminare.
Abbiamo concluso però nel modo migliore, tutti riuniti nella fede, con una messa che ha radunato tutta la comunità e noi ne facevamo parte. Dopo la Funzione abbiamo mangiato insieme a tutte le famiglie degli adottati e ai collaboratori del progetto, riuniti come fossimo un’unica grande famiglia.
Da questo momento tutto si è trasformato in una festa!
Ci hanno omaggiati con danze, canti, premi, cibo e questo per noi era assolutamente inaspettato.
La gratitudine, il rispetto e l’accoglienza a noi riservati ci hanno davvero lasciati senza parole e i loro gesti sono arrivati dritti al cuore. Allo stesso modo ci hanno spiazzato la gioia, la purezza, la libertà, la bellezza, la spensieratezza di quelle persone che, nonostante tutte le loro difficoltà, trovano sempre il modo di porgere la mano e di donare un sorriso al prossimo.
È stato difficile e doloroso lasciare i bambini, i loro sorrisi, la loro gioia, e tutte le persone che ci hanno donato il loro tempo, la loro semplicità e la loro allegria.
Ogni loro sguardo lo porteremo nel nostro cuore, sempre.
Siamo certi e fiduciosi che questo non sia stato un addio, bensì un arrivederci.